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Malattie professionali, 163 denunce al giorno. Come deve fare l’azienda?

Imprese e risk management, Salute
Malattie professionali, 163 denunce al giorno. Come deve fare l'azienda?

Tempo di lettura: 5 minuti

La sicurezza sul lavoro in Italia: una fotografia del 2023

Sono stati pubblicati pochi giorni fai i dati Inail relativi al primo quadrimestre del 2023. Si scopre così che le denunce di infortunio presentate nei primi 4 mesi dell’anno sono state in tutto 187.324, con un decremento del 26,4% rispetto ad aprile 2022. Gli infortuni con esito mortale sono stati 264, con 1,1% in più rispetto all’anno scorso. Ad aumentare tanto, tantissimo sono state le malattie professionali: si sono contate fino a oggi infatti 23.869 patologie di origine professionali, con un 23,8% in più rispetto al primo quadrimestre del 2022. Nel prossimo paragrafo mostreremo numeri ancora più impressionanti relativi a questo fenomeno, per poi vedere come dovrebbe comportarsi un titolare d’azienda per proteggere i propri collaboratori e in secondo luogo sé stesso dai temuti risarcimenti Inail.

Una denuncia di malattia professionale ogni 9 minuti

I numeri relativi al 2023 sono ancora in divenire. È la stessa Inail del resto a invitare a prendere i dati con le pinze: i dati “sono provvisori e il loro confronto richiede cautele” sottolinea l’Istituto. Meglio quindi guardare ai dati relativi all’anno scorso. Ecco, nei primi 8 mesi del 2022 si sono registrate ben 39.367 malattie professionali. Si parla quindi di 163 denuncie al giorno, o meglio, guardando ai soli giorni lavorativi, di ben 243 denunce al giorno. Facendo i conti, parte una denuncia per patologia di origine professionale ogni 9 minuti. Questo per sottolineare che la malattia professionale, per il lavoratore come per l’impresa, è tutt’altro che un rischio remoto. Cosa dovrebbe fare quindi l’azienda per tutelare la salute dei collaboratori e per proteggere sé stessa da dei costi altissimi relativi a risarcimenti e procedimenti legali?

Malattie professionali: una definizione

Prima di tutto, vediamo quando si può parlare effettivamente di malattie professionali. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce la malattia professionale come “un evento dannoso che agisce sulla capacità lavorativa della persona e trae origine da cause connesse allo svolgimento della prestazione lavorativa”. A distinguere questa patologia è la sua azione lenta e progressiva sull’organismo: questo per distinguerla dall’infortunio, che invece nasce da una causa violenta e concentrata nel tempo. Per parlare effettivamente di malattia professionale è necessaria la presenza di una causa diretta ed efficiente, e quindi un fattore effettivamente in grado di produrre l’infermità in questione. A creare questo rischio può essere sia il tipo di lavorazione, e quindi l’attività svolta, sia l’ambiente in cui questa attività ha luogo.

Un esempio: le malattie professionali in edilizia

Approfondiamo le malattie professionali guardando a un settore come quello dell’edilizia. Un settore che, guardando per esempio ai dati del solo Trentino, conta oltre 1.400 imprese, rappresentando da solo il 12,6% della totalità delle imprese provinciali.
A livello italiano, nel 2014 si sono contate 7.257 denunce di malattie professionali, che sono andate aumentando i anno in anno, per arrivare per esempio a 8.565 nel 2018. Guardando al periodo tra il 2010 e il 2019, le costruzioni sono al primo posto per percentuale di denunce di malattie professionali. Ma di quali patologie si parla nello specifico? Le malattie più spesso denunciate sono disturbi dei dischi intervertebrali, entesopatie periferiche e sindromi similari, sordità, mononeuriti dell’arto superiore, lesioni interne del ginocchio e via dicendo, in una lista che comprende anche tumori maligni, osteoartrosi e dermatiti.

Il primo passo: la prevenzione

Come si prevengono le malattie professionali in azienda? Così come per gli infortuni sul luogo di lavoro, anche in questo caso si tratta di mettere in campo diverse attività. Si parla di effettuare regolari controlli per assicurarsi che tutti gli obblighi in materia di sicurezza sul lavoro siano rispettati; di valutare singolarmante i rischi relativi alle diverse attività, in particolar modo relativi all’utilizzo di macchine e di attrezzature di lavoro; ed è ovviamente anche una questione di formazione e di aggiornamento, sapendo che è anche con le proprie conoscenze e competenze che un lavoratore può riuscire a lavorare in modo più sicuro e salutare.

Il secondo passo: proteggere l’azienda

Dopo l’attività di prevenzione, nei confronti delle malattie professionali, l’azienda dovrebbe proteggere anche sé stessa. Ripassiamo velocemente cosa accade nel momento in cui un lavoratore denuncia una malattia professionale. Nel momento in cui questa viene comprovata, entra in campo l’Inail, che effettua tutte le valutazioni del caso per capire se al lavoratore devono essere riconosciuti dei giorni di astensione dall’attività lavorativa e un’eventuale indennità. Ma l’attività dell’Inail non finisce qui: l’Istituto si mette infatti anche al lavoro per individuare eventuali responsabilità dell’azienda. Nel caso in cui ci siano degli elementi che dimostrano che l’azienda ha una parte di responsabilità per la malattia professionale denunciata dal lavoratore, allora l’azienda dovrà risarcire l’Inail, ovvero restituire all’istituto quanto questo ha già indenizzato al dipendente che ha fatto denuncia. In certi casi le cose potrebbero essere tutto fuorché lisce, portando così a delle vere e proprie controversie legali.

Cosa può fare un’azienda per proteggersi? Certo, prima di tutto è bene prevenire l’insorgere di problemi di questo tipo, alzando il livello di sicurezza. Ma sapendo che è praticamente impossibile eliminare ogni rischio, è bene avere la certezza di essere protetti, con una protezione Responsabilità Civile dell’impresa, ovvero una garanzia contro le azioni di rivalsa dell’Inail nei confronti del titolare d’impresa. Per proteggersi ulteriormente è poi consigliabile anche una polizza per la tutela legale, così da poter contare su un rimborso delle spese legali di eventuali procedimenti riguardanti le violazioni delle norme di sicurezza o il rapporto con i dipendenti. Va infatti sottolineato che ci sono tre casi in cui un lavoratore soggetto a una malattia professionale può fare causa al datore di lavoro, intentando quindi un’azione civile contro l’azienda: nel caso di violazioni delle norme di prevenzione e di igiene sul lavoro, nel caso di responsabilità penale del datore di lavoro e nel caso in cui il giudice preveda un indennizzo superiore rispetto a quello già erogato dall’Inail. Si può capire che degli eventi di questo tipo possono arrivare a mettere in seria difficoltà un’azienda.

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